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Champagne: storia e classificazione

Champagne: storia e classificazione

Gli Champagne sono gli spumanti più famosi al mondo e rappresentano un simbolo indiscusso di eccellenza.

La viticultura in Francia ha origini antiche e si diffuse molto rapidamente in epoca romana, soprattutto perché il vino veniva considerato una elemento essenziale nell’alimentazione dei soldati. I Romani capirono subito le potenzialità delle colture francesi, favorevoli per la ricchezza del territorio e le condizioni climatiche. Con la caduta dell’impero e l’inizio del Medioevo il testimone passò in mano ai monaci, che nei loro monasteri producevano il vino necessario per le loro liturgie. Grazie a una costante opera di studio e perfezionamento delle tecniche di produzione, i vini fermi francesi raggiunsero una notorietà diffusa, diversamente dai meno apprezzati vini frizzanti champagne.

Tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 tutto cambiò grazie all’intervento di un abate benedettino, il famoso Dom Pierre Pérignon. Nella sua abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers delineò e definì il processo di produzione di una bevanda, oggi conosciuta in tutto il mondo come “Champagne”. Su questa storia ci sono in realtà versioni differenti. Possiamo però affermare con certezza che, con il suo lavoro, introdusse metodi e innovazioni che sono alla base della produzione vinicola moderna. Ed è proprio grazie a queste tecniche che nello Champagne prendono forma le caratteristiche di spuma, lo stile, l’eleganza e il basso livello zuccherino che oggi rappresentano questo grande vino.

Lo Champagne viene prodotto con metodo champenoise, ovvero con l’aggiunta di lieviti, la rifermentazione e presa di spuma in bottiglia. Il processo di lavorazione termina con la sboccatura, l’aggiunta di liqueur d’expedition e tappatura. Le caratteristiche peculiari dello Champagne sono la profondità minerale conferita dal sottosuolo dell’omonima regione francese e la spiccata acidità delle uve dovuta al clima e alla scelta stilistica della zona. Viene prodotto da sole uve Chardonnay, Pinot Noir e/o Pinot Mounier. Vediamo nel dettaglio quali sono le tipologie di Champagne.

Champagne Cuvée
Spumante prodotto assemblando vini di vigneti, vitigni e annate differenti. Lo scopo è semplicemente quello di creare un prodotto che racchiuda in sé i sapori e le caratteristiche delle diverse produzioni, trovando il giusto equilibrio tra tutte le componenti. Il risultato finale è uno spumante unico e caratteristico, con cui ogni Maison esprime il proprio stile e lo mantiene nel tempo.

Champagne Rosè
Spumante elegante e gradevole prodotto da un mix di uve a bacca bianca e nera o da sole uve nere. Esprime la freschezza e leggerezza degli Champagne Cuvée con, in aggiunta, gli elementi conferiti dalle uve a bacca nera come i profumi di bosco e frutti rossi e una lieve dose di tannini. In genere non contengono mosti affinati in legno e difficilmente vengono imbottigliati come Millesimati.

Champagne Blanc de Blancs
Spumante prodotto esclusivamente con mosti di uve Chardonnay della zona. Delicato, leggiadro e molto fresco e minerale, con un profumo sottile e avvolgente di lieviti freschi e frutta ancora verde nei più giovani. Rispetto allo spumante prodotto con metodo classico è più ricco e intenso, con un colore tendente al dorato e una vellutata morbidezza tipica dello Chardonnay. In genere fa un passaggio in legno e un lungo affinamento in bottiglia. Nelle migliori annate viene imbottigliato come Millesimato.

Champagne Blanc de Noir
Spumante prodotto da mosti bianchi di uve di Pinot Noir e/o Meunier. E’ uno spumante molto impegnativo, sia per le caratteristiche che lo contraddistinguono che per la complessità del processo di lavorazione. Per produrre un spumante bianco da uve a bacca nera bisogna infatti riuscire a non trasferire nella fase di spremitura gli elementi delle bucce al succo, che ne modificherebbero il colore e il profumo, oltre a conferire una maggiore quantità di tannini. Il colore si presenta quindi chiaro, tendente all’oro rosa o al grigio, mentre i profumi sono verticali, profondi in un altalenarsi di note minerali, lieviti e note verdi a volte resinose. In genere fa un passaggio in legno e un lungo affinamento in bottiglia. Nelle migliori annate viene imbottigliato come Millesimato.

Vogliamo chiudere l’articolo con una curiosità che riguarda il bicchiere con cui viene associata la degustazione dello Champagne: la famosa coppa. Non è un caso che la classica coppa da Champagne sia un calice a base larga con margini bassi. Lo Champagne infatti nasce come vino dolce e la coppa rappresenta la migliore soluzione tecnica per poter bere questo tipo di vino. Con il tempo lo Champagne si è evoluto e l’abbassamento del contenuto zuccherino lo ha portato a essere il prodotto che tutti conosciamo. Il giusto calice di servizio per bere lo Champagne è quindi un flute ampio, le cui caratteristiche permettono di esaltare gli aromi e i profumi unici di questo vino.